Una mostra può essere tante cose: un campo di gioco dove ridefinire insieme le regole dello stare insieme, un articolato discorso pieno di parole nuove per esprimere vissuti personali che si scoprono essere collettivi, un palco dove far risuonare le nostre voci.
Questo è quello che i ragazzi e le ragazze del laboratorio di Urban Engagement hanno ben presto compreso durante il workshop di Burning Speech alla Fondazione Sandretto – Re Rebaudengo, per riflettere sui temi della migrazione, dell’identità e del linguaggio, con l’intenzione di costruire un glossario condiviso in risposta a dinamiche di esclusione e discriminazione.
Il workshop è partito dall’identità, ossia chi siamo e come veniamo definiti: stranieri e straniere, figli e figlie di stranieri, nuovi cittadini e cittadine, seconde generazioni. Assieme alle curatrici della mostra, si è innescata una riflessione sulle parole che ci definiscono, ci ingabbiano, ma che possono anche aiutarci a ridefinirci, emanciparci e liberarci, raccontarci di nuovo.
Durante questa Storia, i ragazzi e le ragazze si sono messe alla prova attraverso il linguaggio, passando dalla musica, l’hip hop, la tipografia, la scrittura.
L’obiettivo è stato riflettere su fenomeni di esclusione e inclusione sociale, a partire dalle opere della mostra Burning Speech, mettendo in campo il proprio vissuto personale: valorizzare la posizione da cui i partecipanti guardano e parlano, esplorare le possibilità del linguaggio di agire in queste dinamiche, abitare le opere in mostra come spazi di confronto ed espressione personale/collettiva.